I neonati venivano condotti nella sua casa e Ciccina dava inizio al rituale: poneva un santino nella cesta, faceva bere alla creatura un cucchiaino di acqua benedetta e la affidava ad un’anima santa, accompagnandola con preci e orazioni. La protezione, a suo dire, era garantita.Era nata e cresciuta in un paese di montagna, lontano dal vociare dei pescatori. Non riuscì mai ad integrarsi pienamente e si rifugiò in una sorta di terra di mezzo, per tentare di trovare una vaga identità. Credeva di essere posseduta da spiriti benefici: capitani, guerrieri, nobili, tutti protagonisti di grandi imprese; le entità malefiche tentavano, ma erano tenute da lei, magistralmente a bada, zitte zitte e mute mute. Nei momenti in cui le si chiedeva di interpellare i suoi referenti ultraterreni, agevolata dalla suggestione, enfatizzava lo stato con sommovimenti del corpo e farfugliamenti vari. Quindi, stravolgendo tonalità e timbro, perdeva il controllo di se e della realtà circostante. Ed eccola in trance! Gli astanti stavano impietriti ad ascoltarla in quel suo linguaggio proveniente da dimensioni sconosciute, vietate ai poveri mortali dalle potenzialità ordinarie. Alle sue pratiche, si affidavano esseri fragili, attanagliati da problemi di diversa natura, imputabili, nella loro credenza, a legature di ogni tipo. Era credente, nel suo esercizio invocava santi e beati; tutto avveniva all’interno di una sfera altruistica che tendeva, a suo parere, al bene, mai al male. Nell’immaginario asprense, Ciccina inquietava, conosceva le porte d’accesso di stanze inaccessibili e, se era capace di forzarle, era sicuramente posseduta, da tenere lontana. Non pretese mai denaro, venne sempre ricompensata con uova, frutta, ortaggi e qualche gallina. Si racconta che un giorno cadde, come Ciccina morta cade. Fu morta di mattina e fu morta di pomeriggio, ma di notte, nel bel mezzo della notte, aprì gli occhi e vedendo la casa stracolma di gente, si alzò dal letto, lasciando i presenti ancora lì, basiti. Raccontò di essere stata in un posto bellissimo, luminoso, pieno di viali verdi e di rose fiorite. Chissà cosa avvertì quando tre anni più tardi, fece il reale ingresso nel mondo della verità. Aveva puntellato la sua vita di buone intenzioni; era arrivato il momento di capire che il bene è sempre stato libero dalla logica dei mezzi e del fine