“Pi mmia u po’ lassari dduoco”Così la madre disse alla levatrice, quando capì che sarebbe stato un parto gemellare. Per un figlio i soldi erano stati raccolti, per l’altro, no, non c’erano! Venne stabilito alla fine, che il secondo sarebbe nato “a cririenza”. Turiddu venne alla luce, anche se di luce dilazionata si trattava, così. Da allora, la sua nascita divenne un marchio che avrebbe contrassegnato l’intera esistenza.Ogni santo giorno, enfatizzava la sorte per poi sottometterla all’ironia, eterna compagna di vita. Amava parlare per episodi e aneddoti, sempre attorniato da anziani, giovani, ragazzi, tutti lì, incollati ad ascoltarlo, mentre per ore ed ore, ogni tanto fino a notte fonda, stava a raccontare…raccontare…raccontare…accompagnato solo dal canovaccio scritto nei geni. Tutte storie di vita, della sua vita, come quella volta in cui uno straccione, passando col carretto davanti casa, cominciò a fargli richieste incalzanti. Lui, sollecito sempre ad aiutare chi fosse in condizioni peggiori delle sue, cercò di accontentarlo, ma dopo l’ennesima supplica, scambiò uno sguardo d’intesa con Marannuzza, la moglie, e gli schiarì le idee:-L’uitima cosa chi m’arristó è idda, sa voli puittari puru? Quell’episodio corse per Aspra regalando risate. E sempre a Marannuzza, comunicó una sera di avere invitato a pranzo persone talmente importanti, da imporre sfarzo e lusso. Lei racimolò cristalli e porcellane tra la gente che conosceva e cominciò, con qualche aiuto, a preparare l’evento. Quel giorno, la tavola accolse dei poverelli, incontrati da Turiddu per strada. In occasione di un suo viaggio negli Stati Uniti, dissacrò il frigo, simbolo dell’agiatezza americana, dicendo ad una parente, boriosa nel vantarne le dimensioni, che nelle case del suo paese non c’era manco bisogno di averne uno piccolo, tanto il cibo veniva consumato sempre fresco. Sua fu la trovata di fingersi morto, volendo accertarsi di quanto moglie, figli e affetti lo avrebbero pianto. Rimase sorpreso, nel vedere attorno a se, tanto affranto. Era un uomo acclamato da tutti. Un giorno, venne ad Aspra una troupe cinematografica e per fare delle riprese a mare furono scelti, come comparse, alcuni pescatori: fu fra loro. Gli attori, a scene ultimate, videro correre diversi giovani del luogo e si prepararono alle solite richieste. Rimasero spiazzati! Il gruppo si diresse verso Turiddu che divertito cominciò a rilasciare interviste, baci e autografi. Il protagonista assoluto, la star era lui. Se ne andò, purtroppo davvero, in un freddo giorno d’autunno. Aspra pianse uno dei suoi figli più amati.